Altro problema: come formare i gruppi? Dopo aver analizzato la letteratura in materia, ho deciso di creare dei gruppi di 4/5 membri, eterogenei come capacità matematiche.
Una scelta controcorrente, visto che solitamente fino agli 11 anni di età si preferisce dividere i bambini in diadi (cioè la classica coppia) perchè così si hanno relazioni più semplici da gestire e la comunicazione avviene bilateralmente anziché multilateralmente; inoltre le interazioni a due sono più delicate da gestire perchè si rischi che uno dei due predomini sull'altro.
Le diadi risultano solitamente più collaborative e più partecipi, d'altro canto i gruppi riescono a scatenare un maggior numero di 'conflitti cognitivi' con relativo sviluppo cognitivo alla ricerca di una soluzione. Ho ritenuto quest'ultimo aspetto molto importante per me ed ecco perchè ho deciso, nonostante l'età, di suddividerli in gruppi: per dare loro più occasioni per crescere e maturare!
In ogni caso, un aspetto è certo: in coppia o in gruppo si lavora meglio che da soli!
Omgeneità o eterogeneità del gruppo (lungo l'asse delle abilità matematiche e del genere)? Anche qui alcuni studi (cfr. Fuchs. Fuchs, Hamlett & Karns, 1998) hanno evidenziato come le diadi omogenee producano un lavoro migliore rispetto alle coppie eterogenee. D'altro canto esistono altri studi (Swing & Peterson, 1982) dai quali emerge il miglioramento degli alunni quando si trovano in in gruppo con membri di differenti livelli di capacità.
Io ho formato i gruppi in questa maniera:
1 alunno di livello alto
1 alunno di livello basso
2/3 alunni di livello medio.
E poi... si comincia il lavoro in gruppo!
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