In ambito valutativo, come non spendere due parole sulla docimologia? Non correte a prendere il dizionario, vi spiego io cos'è questa sconosciuta: è la scienza della valutazione, è un ramo della pedagogia che si occupa dello studio della valutazione e delle prove utilizzate per la valutazione. Scienza complessa, articolata e... interessante!
Questi i criteri che la docimologia prende in considerazione per la classificazione delle varie prove:
1) tipologia di prestazione richiesta (orale, scritta, grafica);
2) momento di rilevazione (iniziale, intermedio, finale);
3) funzione valutativa (diagnostica, formativa, sommativa, predittiva);
4) numero degli allievi (prove collettive o individuali).
Per ognuna di queste tipologie possono essere somministrati agli alunni stimoli chiusi (cioè privi di ambiguità interpretativa) o stimoli aperti (cioè purtroppo soggetti ad ambiguità interpretativa).
E questi i possibili livelli deglio obiettivi che l'insegnante si può porre:
1) conoscenza dei termini;
2) conoscena degli obiettivi;
3) conoscenza di regole e principi;
4) capacità di effettuare trasformazioni e adattamenti;
5) capacità di compiere applicazioni delle conoscenze acquisite.
Le ultime due riguardano aspetti 'divergenti', cioè prevedono un uso originale e creativo delle conoscenze in possesso: aspetto da non tralasciare assolutamente, soprattutto perchè gli insegnanti dovrebbere tener conto che le ultime due capacità richiedono di 'fare un salto' che non a tutti riesce.
Soffermiamoci anche sul significato di OBIETTIVO DIDATTICO, che dovrebbe possedere tali pre-requisiti:
1) modificare la mappa cognitiva e la sfera affettivo-motivazionale dell'alunno;
2) la sua interpretazione deve essere univoca;
3) si deve essere in grado di rilevare la presenza/assenza/livello di possesso dell'abilità sottese all'obiettivo in questione.
E nel prossimo post alcuni esempi di prove di comprensione della lettura.
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