giovedì 11 marzo 2010

Il valore delle favole

Dopo averle raccontate e sentite raccontare, dopo il libro dei fratelli Grimm, eccovi il programma che come psicologa sto proponendo alle scuole e alle associazioni interessate sul significato delle favole:

C’era una volta…
Il valore delle fiabe


DESTINATARI:
Personale docente.

MODALITÀ DI SVOLGIMENTO:
Lezione frontale ed esercitazioni.

CONTENUTI:
· Acquisire il significato delle favole per i bambini e per i grandi;
· Riconoscere i ruoli, anche sociali, dei personaggi;
· Distinguere la lotta fra male e bene;
· Analizzare la ‘trama che racconta’.

OBIETTIVI:
Fornire ai partecipanti tecniche e strumenti per:
· Imparare il valore delle fiabe e utilizzarle nelle lezioni con gli studenti;
· Dare un significato alle fiabe scritte dagli studenti.

DURATA DEL PERCORSO:
Due incontri della durata complessiva di tre ore e mezza:
Il primo incontro di due ore, per approfondire i contenuti;
Il secondo incontro di un’ora e mezza per analizzare le favole che gli studenti scriveranno su richiesta degli insegnanti.
Se qualcuno di voi fosse interessato, può mandarmi una mail al seguente indirizzo: viviana.terzulli@alice.it

4 commenti:

  1. bello, salvo il contesto naturalmente.
    Pensi che dal banco scolastico possa uscire una spontanea ispirazione? Saresti libera, proprio libera di inventare sapendo che il tuo scritto sarà poi letto (non voglio dire valutato, ma scrivendo dal mio banco potrei anche pensarlo valutato) da altri?
    Io sarei libera di esprimermi scrivendo di mia iniziativa, in seguito ad un impulso interiore non ad un comando (che sia plurale "bambini, oggi facciamo.." non cambia, è sempre un comando) sapendo che la mia invenzione appartiene a me e SE voglio potrò farne prezioso dono a chi voglio io.
    E' chiaro che la tua abilità è messa in seria discussione da questi condizionamenti, ai miei occhi almeno.. ma io non sono psicologa (purtroppo) e nemmeno insegnante (per fortuna).
    Forse dovresti attivarti il controllo sui commenti, ecco se mi censurassi questo sul corso che proponi lo capirei, insomma..
    auguri

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  2. beh, cominciamo dalla fine: ho scelto volontariamente e deliberatamente di non attivare controlli sui commenti finchè non arriveranno parolacce! Tutto il resto è dialogo e confronto, che non necessariamente deve portare al cambiamento di una delle due opinioni, ma può dare a riflettere. Non mi spaventa se anche qualcuna pensasse che le favole non valgono poi così tanto, che la scuola sia solo un obbligo imposto... io non la penso così e sono prontaa a dirlo e a sostenerlo. Ti ripeto, non pretendo di farti cambiare idea, però mi piacerebbe farti vedere le cose da un altro punto di vista: dal bambino che, sollecitato, risponde divertendosi e sviluppando capacità nuove! Tu, da adulta, saresti più libera se non fossi costretta (il che scritto così mi pare ovvio!), ma i bimbi sono immersi, fin dalla nascita a 'sollecitazioni'... prova a pensarti come mamma: quante volte avrai visto il riflesso di prensione di tuo figlio, riflesso che si è attivato perchè hai messo la tua mano (anzi un tuo dito, visto che sono piccolissimi!), sulla sua e lui l'ha chiusa a pugnetto... anche questo, allora diventa un obbligo, un'imposizione... Penso dovresti riflettere su quanto siano comunque importanti le regole, implicite ed esplicite, che regolano la nostra vita: e se un domani, quando tuo figlio lavorerà, dovrà fare qualcosa che non avrà voglia di fare (ma il suo capo glielo ha ordinato)? Lo farà per rispetto dell'autorità (che è la stessa di quella di un'insegnante a scuola), o si farà licenziare in nome della sua libertà e spontaneità? Come vedi tu stessa non è facile decidere, e sopratttutto ritengo importante saper scendere a patti con la realtà nella quale si vive...

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  3. 1) cosa c'entra il rispetto dell'autorità con l'inventare una favola? Mica lo scopo della sollecitazione è rafforzare il senso di autorità. E' evidente la naturalezza di mettere il dito sul palmo del neonato, è evidente l'autorità dell'insegnante preposto + il fattore "lo fanno anche gli altri": quale delle due è assolutamente naturale?
    Ho detto solo che nell'invenzione l'ambiente è un fattore condizionante.

    2) Se è necessario saper obbedire per mantenere un lavoro (ma esiste la libertà di coscienza in certi ambiti), è anche vero che sono pochissimi i lavori puramente creativi. Pochissimi bambini al mondo saranno un Mozart che deve comporre per accontentare un principe: questi pochi, per essere orginali dovranno essere liberi.
    Saper stare al proprio posto, in futuro al proprio posto di lavoro è un valore che la famiglia trasmette coerentemente senza l'aiuto di un grande gruppo, senza ricorrere a ideologie (obbedire al maestro-stato) perchè lavorare serve per vivere: è la realtà di ogni giorno. Uno sciocco orgoglio personale non esiste, per mantere la famiglia si fa quel che serve. Anche lo Stato serve e le sue leggi sono eredità della vita di generazioni e generazioni di uomini cui, a casa mia, ci mostriamo grati.
    Gli stessi valori che scorrono veri nel sangue della famiglia, sciacquano la facciata della scuola per dovere.

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  4. Andiamo per punti, allora:
    1) Il rispetto dell'autorità c'entra perchè a scuola c'è un insegnante al quale si obbedisce. Perchè i bambini aprono il quaderno quando la maestra chiede loro di farlo?? Perchè si riconosce il ruolo dell'insegnante, si riconosce l'autorevolezza o l'autorità che si è guadagnata. Se a scuola la maestra ti chiede di scrivere una favola e tu non lo fai perchè è un obbligo, un'imposizione, e perchè non ti senti libera o ispirata in quel momento.. beh, allora nasce solo caos e disordine: tutti fanno quello che vogliono, anzi quello che si sentono di fare, senza regole???? E poi: ognuno di noi vive in un ambiente condizionante, anche la famiglia loè... non viviamo mica nel nulla!!
    2) Intanto l'equivalenza scuola=stato mi sa tanto di altre epoche storiche, poi volendo ci sono le scuole 'private' (senza entrare nel discorso economico). Sicuramente la famiglia può e deve insegnare molti valori, ma mentre per te la scuola è di ostacolo, per me, l'ho scritto altre volte, è opportunità! Opportunità di mettere in pratica ciò che si impara in famiglia, opportunità di vivere nuove situazioni e di sapersela cavare, opportunità di stare insieme ad altre persone, opportunità per confrontarsi e anche scontrarsi (non fisicamente ovviamente!), opportunità e non negazione della famiglia!!

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